“Case Famiglia per diversamente abili: luogo ideale per favorire il processo di autonomia e di crescita”
Recensione curata dalla Dr.ssa Angela Gismondi, Supervisore e formatore delle Case Famiglia della Cooperativa Europa
Nella disabilità il tema dell’autonomia con le implicazioni fisiche, affettive e sociali, è fondamentale.
Il legame disabile-genitori è rafforzato dalla dipendenza fisico–psichica e spesso la simbiosi si perpetua al punto da rendere il soggetto completamente “insufficiente” alla crescita cognitiva e relazionale fino ad alimentare passività e anche rancore; quest’ultimo si tramuta spesso in chiusura, mutismo e depressione.
Il percorso che porta il soggetto insufficiente mentale all’individuazione e alla separazione dalla famiglia di origine, si può realizzare nelle Case Famiglia collocate nel territorio.
Che cos’è una Casa Famiglia? La Casa famiglia è una struttura per insufficienti mentali adulti a ciclo residenziale. L’organizzazione si basa sul modello familiare ed è destinata ad accogliere utenti con disabilità (legge 104/1992) anche di sesso diverso, per i quali la permanenza nel nucleo-famiglia, risulta impossibile, sia permanentemente sia temporaneamente.
Nelle Case Famiglia si assicura agli “ospiti” il soddisfacimento dei bisogni primari e assistenziali, integrandoli con interventi cognitivo-comportamentali. Si focalizzano gli obiettivi in funzione dell’ ”adattamento comportamentale”, inteso come capacità mostrata dalla persona di raggiungere i livelli richiesti di autonomia personale e di responsabilità sociale. Altrettanto importante è la cura dell’aspetto relazionale, la collaborazione e la cooperazione nelle attività svolte.
Nel dettaglio:
- Abilità cognitive necessarie al contenimento del fenomeno di deterioramento cognitivo,
- Abilità di autonomia integranti, intese sia come cura della persona, sia dell’ambiente di vita,
- Abilità sociali, rappresentate dalla capacità di mantenere relazioni con l’ambiente sociale e di usufruire autonomamente dei servizi offerti dalla comunità,
- Abilità motorie ricreative e di gestione attiva del tempo libero.
Ogni ospite viene valutato e, sulla base della valutazione, vengono selezionate le attività più idonee, utili e a lui gradite. Tutto ciò per dare alla sua esistenza uno spazio “significativo” nella comunità sociale (processo di integrazione).
La Casa è radicata nel territorio per usufruire dei servizi locali (negozi, luoghi di svago, ecc…) e partecipare alla vita sociale della zona.
Solitamente l’accoglienza massima per ogni Casa Famiglia è di otto ospiti adulti.
L’interesse all’ospite è incentrato sulla persona, intesa nella sua globalità e finalizzato a mantenere e recuperare i livelli di autonomia, tali da permettere un inserimento sociale e/o sociale-lavorativo. L’obiettivo ultimo, è quello di proiettarlo in una vita di relazione sana.
L’ambiente è protetto perché rispetta le esigenze di ogni ospite e gli garantisce un’esperienza di vita simile a quella dell’ambiente familiare.
E’ presente all’interno della C.F. un equipe composta da:
- Dirigente delle C.F.,
- Responsabile della C.F.,
- Operatori socio assistenziali,
- Collaboratori,
- Psicologo supervisore e formatore dell’equipe.
La C.F., è integrata con il Servizio territoriale Asl.
Ho avuto occasione, durante un viaggio di lavoro, di visitare alcune Case Famiglia spagnole e a tal proposito, colgo l’occasione per salutare e ringraziare il carissimo collega spagnolo di Getafe (Comune di Madrid), Andrés Morán, Psicologo cognitivo comportamentale.
Andrés Morán è responsabile delle Case Famiglie di Getafe, una città di 180 mila abitanti situata nell’area metropolitana a sud del capoluogo spagnolo. E’ una città concepita su ampi spazi (strade, marciapiedi enormi, parcheggi, pista ciclabile, parchi, ecc…), dove tutto è “a portata d’uomo” e questo si riverbera sullo stile di vita degli abitanti che appaiono tranquilli e ben disposti al dialogo e all’accoglienza dello “straniero”.
L’impegno di Andrés non si limita alla mera attività professionale, ma è anche membro della Redazione e della Amministrazione della “Revista APANID”, l’Associazione dei padri e degli amici dei bambini diversamente abili. Associazione che conta 18 centri assistenziali, 2 mila soci Y mas de 1 e trecento atendidos. Ha costituito nel tempo, un gruppo di lavoro che sostiene quotidianamente i diversamente abili adulti (alcuni di loro sono impegnati in attività produttive), con l’obiettivo riabilitativo cognitivo ma soprattutto relazionale, al fine di favorire l’integrazione con il territorio.
Gli ospiti dei Pisos Tutelados (così si dice “Casa Famiglia” in spagnolo) mi hanno accolto con molta tranquillità e disponibilità, non sapevano che sarei andata a trovarli.
Mi ha riferito Andrés: “non ho detto niente (della tua visita) perché loro devono integrarsi e noi lavoriamo molto sulla non diversità…..Perché annunciare che saresti arrivata?”
Ben detto e ben fatto, ho pensato, è’ una questione di empatia e questa si trasmette anche attraverso l’esercizio dell’accoglienza, come presupposto terapeutico.
L’accoglienza fondata sull’empatia è qualcosa di molto importante e di imprescindibile, quando si lavora con un mondo che può arricchirci solo se siamo disposti ad accoglierlo. Nessuno, meglio della espansiva e caliente Spagna, poteva ricordarcelo.
Pisos Tutelados
(Abstract tradotto per il dr. A. Morán e la sua equipe)
Durante un viaje de trabajo, tuve la oportunidad de ir de visita a algunos pisos tutelados en España y a propósito aprovecho la ocasión para saludar y dar las gracias a un querido amigo y colega español de Getafe (Comunidad de Madrid), Andrés Morán, psicólogo cognitivo conductual.
Andrés es el responsable de los pisos tutelados de Getafe, una ciudad española situada en la zona sur de la Comunidad de Madrid y uno de los municipios más industrializados del área metropolitana de Madrid que cuenta con unos 180.000 habitantes . Es una ciudad que se levanta sobre amplios espacios : grandes carreteras, aceras gigantes, aparcamientos, zonas deportivas, ciclo pistas , centros sanitarios, parques etc.., donde todo esta al alcance de la mano. Todo esto se refleja en el estilo de vida de los habitantes que parecen tranquilos y bien dispuestos al diálogo y a acoger a “los extranjeros”.
El compromiso de Andrés no se limita a la mera actividad profesional, de echo el es además miembro de la Redacción y Administración de la “Entrevista APANID”, la Asociación de los padres y de los amigos de niños diferentes. Apanid cuenta con 18 centros asistenciales, 2000 socios y más de 1300 atendidos.
Con el paso del tiempo, Apanid ha formado un equipo de trabajo que ayuda a los discapacitados adultos cotidianamente y que tiene como objetivo rehabilitar a los usuarios desde un punto de vista cognitivo (rehabilitación cognitiva) pero sobre todo relacional , para favorecer la integración a las actividades de su entorno social y un ejemplo de esto es que algunos de ellos realizan tareas productivas.
Los huéspedes de los Pisos Tutelados (equivalente de “Casa Famiglia” en italiano), me recibieron con gran disponibilidad ,serenidad, alegría y sin mostrar el menor recelo , y lo más sorprendente es que no sabían que iría a visitarlos.
Andrés me dijo: “ no he contado nada sobre tu visita porque ellos tienen que integrarse y nosotros trabajamos para la normalización y la “no diversidad” … ¿Porqué decirles que ibas a llegar?
Bien dicho y bien hecho. Pienso que al mismo tiempo la empatía ha jugado un papel muy importante y esta se transmite a través de la acogida que es un presupuesto terapéutico.
La acogida basada en la empatía es algo sustancial y imprescindible cuando se trabaja en un mundo que puede enriquecernos solamente si estamos dispuestos a acogerlo.
Nada mejor que la expansiva y afectuosa España podía encarnar estos valores.