L’intervista allegata, condotta dal giornalista, è stata trasmessa da Isoradio. In modo sintetico affronta il tema delle stragi del sabato sera, analizzando i vissuti interni, i fattori di rischio e i fattori protettivi riguardo alle condotte a rischio su strada dei giovani. Particolare attenzione è posta sulle strategie di prevenzione in ambito scolastico.
Altre interviste:
– Quali sono i rischi alla guida per un fumatore? Per accendere una sigaretta spesso si lascia il volante, con tutti i rischi che questo comporta in termini di sicurezza. Proibire di fumare in auto potrebbe avere conseguenze pericolose in termini di stress e di nervosismo, soprattutto per i fumatori “molto dipendenti dalle sigarette” che devono viaggiare su lunghi percorsi. Cosa fare? occorre agire soprattutto tra le nuove generazioni affinché il fumo perda il fascino che a volte esercita su giovani e giovanissimi. La migliore prevenzione? Non iniziare a fumare!
– Quali sono le correlazioni tra il livello di maturità cerebrale dei giovani guidatori e lo stile di guida adottato dai teenager? Uno stile di guida “sicuro” si acquisisce anche con l’esperienza: quando si prende la patente non si è automaticamente pronti a guidare correttamente! In particolare le mini car possono fuorviare i guidatori perché sono veicoli che danno garanzie di sicurezza diverse dalle normali autovetture, soprattutto se le prestazioni su strada sono potenziate da interventi tecnici non autorizzati. Guidare un’auto o un motorino è una conquista fondamentale per favorire l’autonomia dei giovani, l’importante è restare con la “testa sulle spalle”, evitando alcol e manovre azzardate!
–È utile dotare un bambino piccolo di un microchip per localizzarlo all’interno della scuola materna che frequenta, come sta accadendo in una scuola di Parigi? Una localizzazione elettronica potrebbe avere dei vantaggi a livello di controllo ma potrebbe portare molti più svantaggi; ad esempio potrebbe esserci la tentazione di diminuire il numero degli educatori o di allentare la sorveglianza diretta sui bambini, inoltre sapere dove si trova il bambino, non ci dà alcuna indicazione su cosa sta facendo in quel momento.
Allora a chi serve questo controllo? Probabilmente è utile soprattutto per tranquillizzare dei genitori iperprotettivi anche se, un falso allarme, potrebbe scatenare vere e proprie crisi di panico nei familiari più ansiosi.
Più che altro ci sarebbe da chiedersi: perché un bambino di pochi anni dovrebbe desiderare di fuggire dalla scuola? Probabilmente sarebbe più utile investire sulla qualità educativa delle istituzioni per la prima infanzia affinché sia vanificato ogni tentativo di fuga. Un bimbo che gioca con piacere con i coetanei insieme ad adulti significativi, non sente il bisogno di scappare!