“Vi scrivo perché mio figlio mi ha raccontato di un suo amico che viene perseguitato da un gruppetto di ragazzini più grandi da quando entra a quando esce da scuola. Mi chiedo come sia possibile che, in un luogo educativo come l’istituzione scolastica, possano verificarsi episodi di bullismo senza che gli insegnanti e i bidelli si accorgano di quanto accade sotto i loro occhi?”
Gentile signora, non deve meravigliarsi perché i prepotenti trovano nelle scuole gli ambienti ideali dove esprimere le loro cariche aggressive e agire episodi di prevaricazione. Va chiarito che i luoghi dove avvengono più frequentemente gli episodi di bullismo a scuola, si differenziano in base all’età dei soggetti.
Nella Scuola Primaria sembrano più frequenti le prevaricazioni agite negli spazi aperti e quindi più difficilmente controllabili dagli adulti, soprattutto cortili e giardini.
Nella Scuola Secondaria di primo e secondo grado, le violenze avvengono soprattutto all’interno dell’aula, approfittando del cambio di ora dei docenti.
Anche la sala mensa diventa spesso scenario delle prevaricazioni tra ragazzi, in particolare risultano più efficaci le azioni di bullismo indiretto (ignorare l’altro, escluderlo, ecc.) essendo il pasto un momento di relazione per eccellenza.
Altri luoghi che si prestano a fungere da scenari per gli episodi di prevaricazione sono i bagni, i corridoi, le scale, i laboratori, la palestra. In alcuni casi anche il pulmino che trasporta i bambini/ragazzi nel tragitto casa/scuola (o viceversa) diventa un luogo ideale dove agire le violenze soprattutto quando manca a bordo il personale preposto alla sorveglianza degli allievi. Di solito i bulli approfittano delle situazioni in cui è minore il controllo degli adulti e quindi possono avere maggiore spazio di azione.
Va precisato che a volte per gli adulti risulta difficile identificare gli episodi di prevaricazione perché un atto di bullismo può essere confuso con una scena di lotta.
In alcuni casi l’adulto sopravviene dopo che l’episodio è già iniziato, quindi non riesce a cogliere l’intera scena e non può attribuirgli il giusto significato.
Va infine precisato che in alcuni casi i bulli obbligano le loro vittime, minacciandole, a negare la violenza subita, facendola passare per uno scherzo o un gioco.
In tutti i luoghi esterni alle aule, un ruolo essenziale nel rilevare gli episodi di prepotenza è svolto dal personale non docente che ha l’opportunità di cogliere situazioni e richieste di aiuto che difficilmente un altro adulto a scuola potrebbe notare. Soprattutto i bagni necessitano di una sorveglianza costante perché costituiscono un luogo frequentato da bambini/ragazzi di diverse età, appartenenti alle varie classi.
Può accadere addirittura che alcuni allievi più fragili evitino di utilizzare i bagni durante tutto l’orario scolastico per paura di incontrare altre persone che potrebbero metterli in difficoltà. Ci sono forme di prevaricazioni a sfondo sessuale (palpeggiamenti, apprezzamenti pesanti, ecc.) che nei bagni delle scuole sembrano trovare terreno fertile per emergere, spesso a danno dei più piccoli soprattutto negli Istituti Comprensivi che vedono insieme bambini e ragazzi di età molto diverse.
Riguardo al discorso di fondo va però chiarito che il bullismo “classico” (agito in forma fisica, verbale e/o indiretta) si basa su un sistema di tipo “mafioso”, che vede molti spettatori degli episodi di prevaricazione, che “sanno” ma non ne parlano, per non essere coinvolti.
Concludo con una citazione emblematica in tal senso:
“Il mondo è pericoloso non a causa di chi fa del male, ma a causa di chi GUARDA e LASCIA FARE…” (A. Einstein)
A cura della dr.ssa Roberta Poli, Associazione “Crescere Insieme”